Opera unica in tecnica mista acrilico, pastello e vernice su cartone telato con cornice in legno dipinto a mano. Misura cm 68x51.

LE MOSCHINE - ovvero Paolo Deandrea, cartoonist e giornalista, nato a Milano nel 1963. Diplomato in illustrazione e fumetto, lavora come illustratore editoriale e fumettista. Dal 2015 dipinge con colori acrilici su tela e legno "Le Moschine", una piccola folla di personaggi surreali, stralunati, divertenti e un po' malinconici, che riprendono lo stile e il linguaggio dei cartoon americani degli anni '20-'30. «Disegno personaggi comici, grotteschi, ingenui, a volte un po’ inquietanti, che vanno allo sbaraglio con dei giganteschi sorrisi»

La serie CERCANDO ROUSSEAU: “La giungla è uno dei mondi fantastici e misteriosi più frequentati dalle Moschine. Come il bosco delle fiabe, il pianeta Marte dei racconti di fantascienza, l’oceano di Moby Dick o Ventimila Leghe sotto i Mari, la giungla è uno degli archetipi del paese molto, molto lontano dove ogni cosa può accadere. Quella rappresentata nei quadri di Rousseau è un luogo immaginario, surreale, magico e misterioso. Come Salgari, Rousseau ci descrive minuziosamente scene tropicali, popolate da piante lussureggianti e animali feroci, senza mai abbandonare le pareti del suo studio. Le sue giungle esotiche sono le fantasie di un uomo di città, nate dalle visite ai giardini zoologici e botanici, dalle cartoline, dai libri illustrati e dalla sua vivida immaginazione. Le sue tele, i suoi quadri sono delle porte magiche, un punto d’accesso tra il nostro mondo e questo mondo fantastico, un sogno di fuga verso regni incantati. C’è molto in comune tra la giungla di Rousseau e quella delle Moschine, e sospetto che in qualche punto siano addirittura confinanti. E allo scopo di dimostrarlo, due tra i più coraggiosi esploratori delle Moschine, Daisy e Lucky Cat, sono partiti per una pericolosissima spedizione alla scoperta di questi luoghi, sulle tracce di Henri Rousseau. Disegneranno nuove mappe, descriveranno paesaggi, piante, animali. Speriamo possano incontrare Rousseau, complimentarsi con lui, e magari bere insieme un bicchierino di assenzio e farsi fare un autografo su un tovagliolo”.